D’ANNUNZIO E IL DECADENTISMO 

12.03.2023


di Federica Corbisiero

VITA: GABRIELE D'ANNUNZIO

Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo 1863 da una famiglia borghese. Nel '73 fu inviato al collegio Cicognini di Prato allora famoso, e vi compì gli studi ginnasiali e liceali brillantemente. Inizia a scrivere ancora studente una raccolta di poesie "Primo vere". Conclusi gli studi si trasferì a Roma, dove ebbe inizio la sua attività giornalistica. Nel 1883 si sposa con la duchessa Hardouin di Gallese, da cui ebbe tre figli. Nel 1891 assediato dai debiti si trasferisce insieme all'amico pittore Michetti a Napoli. D'Annunzio è costretto a lasciare Napoli, a causa delle difficoltà economiche e ritorna in Abbruzzo. Nel 1895 si trasferisce a Firenze ed inizia una relazione con l'attrice Eleonora Duse. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il poeta sia arruola come volontario e partecipa a diverse imprese militari, rimanendo gravemente ferito ad un occhio in un incidente aereo a seguito di un atterraggio d'emergenza.

IL DECADENTISMO

Le vicende drammatiche (guerre, dittature, rivoluzioni..) avevano diffuso perplessità e smarrimento e avevano nutrito nel cuore dell'uomo un sentimento di crisi esistenziale. La corrente del decadentismo si sviluppò in Francia e si diffuse in Europa tra gli anni Ottanta dell'800 e il primo decennio del 900. In Italia appartengono a questa corrente D'annunzio, Pascoli, Svevo e Pirandello. Gabriele D'Annunzio è considerato l'esponente più significativo del Decadentismo italiano. Il termine "decadente" in origine fu usato in senso dispregiativo, per indicare quei giovani poeti che vivevano fuori dalle norme comuni , considerati appunto simboli di una decadenza sociale che disprezza la fede nella scienza del positivismo.

LA PIOGGIA NEL PINETO

Taci. Su le soglie

del bosco non odo

parole che dici

umane; ma odo

parole più nuove

che parlano gocciole e foglie

lontane.

Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse.

Piove su le tamerici

salmastre ed arse,

piove sui pini

scagliosi ed irti,

piove, sui mirti

divini,

su le ginestre fulgenti

di fiori accolti,

sui ginepri folti

di coccole aulenti,

piove sui nostri volti

silvani,

piove su le nostre mani

ignude,

sui nostri vestimenti

leggieri,

sui freschi pensieri

che l'anima schiude novella

su la favola bella

che ieri t'illuse, che oggi m'illude,

o Ermione.

Odi? La pioggia cade

su la solitaria

verdura

con un crepitio che dura

e varia nell'aria

secondo le fronde

più rade, men rade.

Ascolta. Risponde

Al pianto il canto

delle cicale

che il pianto australe

non impaura,

né il ciel cinerino.

E il pino

ha un suono, e il mirto

altro suono, e il ginepro

altro ancora, stromenti

diversi

sotto innuemerevoli dita.


COMMENTO ALLA POESIA "LA PIOGGIA NEL PINETO"

Il poeta G. D'Annunzio descrive la passeggiata fatta con Ermione, la donna amata, in una pineta presso il mare durante un temporale estivo. Il poeta invita la sua amata a tacere, e, a non parlare con parole umane, per poter ascoltare le parole della natura. Descrive quindi, la pioggia che bagna i pini, i mirti, le ginestre, ma che bagna loro rendendoli parte integrante della natura. Il poeta invita Ermione a distinguere i diversi suoni della natura, i cui elementi diventano strumenti diversi suonati dalle innumerevoli dita della pioggia, producendo un'incantevole armonia.

Attraverso la descrizione del fascino della natura in questa poesia, caro lettore e cara lettrice ti senti anche tu parte integrante della natura?

Un personale invito ad immergerci nel suono di questa pioggia e a sentire e udire i profumi che la natura può animare il nostro animo, dal momento che conosciamo i suoi benefici psicologici il primo fra tutti:

ci disintossica dalla tecnologia, segue il combattere lo stress, il miglioramento dell'umore e l'aumento della creatività.

E allora riconnettiamoci con noi stessi in una sana passeggiata perché no, sotto la pioggia.

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